I limiti – né temporali, né geografici – condizionano le scelte sportive di Matteo Marrucci. Dalla separazione dalla Nazionale italiana di beach soccer (con cui tra aprile e maggio ha disputato i Mondiali alle Bahamas) al legame con quella olandese sono intercorsi pochi giorni, opposti nella misura al passaggio di prospettiva, da giocatore ad allenatore, già messo in pratica a livello di club, con il Pisa, ma in questo caso con minore drasticità, ricoprendo tuttora entrambi i ruoli.
Trentaquattro anni ad ottobre, Marrucci è uno dei “ragazzi del Muraglione”, cresciuto sulla spiaggia con la maglia bianconera del Viareggio, quella della sua città, prima di trasferirsi una ventina di chilometri più a sud e cominciare a prendere confidenza con una professione che vorrebbe fosse la sua per chissà quanto tempo a venire.
L’incarico di commissario tecnico glielo ha offerto la Beach Soccer Bond Nederland, la federazione olandese, opportunità inizialmente declinata ed in seguito afferrata, inversione compiuta da Marrucci dopo l’esclusione dal gruppo azzurro per il raduno di metà giugno a Terracina. «L’Olanda – racconta - mi aveva contattato, chiedendomi se fossi stato disponibile per quest’estate. Il progetto alla fine mi ha convinto e ho accettato».
E così, una volta terminata la tappa della Serie A di Firenze, è partito per i Paesi Bassi, dove ha potuto conoscere i giocatori. «Poi siamo partiti per Israele, dove ci siamo allenati e abbiamo disputato un’amichevole contro la Nazionale locale».
Valutazioni figlie di prime impressioni, da rafforzare con un secondo viaggio nella terra dei tulipani dopo la tappa della Serie A di Viareggio, aggirando - tra i vari ostacoli - pure quello della lingua. «Di olandese non conosco una parola, riesco a cavarmela con l'inglese».
Gli obiettivi, invece, sono già delineati, senza rischio di offuscamento. A fine agosto la nazionale orange sarà impegnata a Warnemunde, in Germania, nella Serie B della Euro League. «Affronteremo Inghilterra, Romania e Lituania. Proveremo ad accedere alla fase finale, dove in palio ci sarà la promozione nella massima divisione europea».
La carriera di Marrucci sta dunque vivendo una significativa evoluzione. «Ma per me non è difficile allenare e giocare contemporaneamente – afferma – basta avere un metodo, sapersi organizzare».
Un ruolo non preclude l’altro. «Continuerò a scendere in campo ancora per qualche anno, sino a quando il fisico me lo consentirà». Pur non volendo sfuggire alla propria indole, è possibile progettare un futuro che regali un volume di soddisfazioni uguale o magari maggiore. «Per ora non mi ci vedo a fare l’allenatore di calcio, ma di beach soccer sì. Voglio provare ad affermarmi in ambito internazionale».
Gabriele Noli - Il Tirreno